Rage, Biografia

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Blackmore
view post Posted on 24/8/2005, 15:02




Componenti attuali:
Peter "Peavy" Wagner (vocal, bass)
Victor Smolski (guitar, keyboard)
Mike Terrana (drums)


ex-componenti:
Jochen Schroeder (guitar)
Alf Meyerratken (guitar)
Jorg Michael (drums)
Thomas Gruning (guitar)
Rudi Graf (guitar)
Manni Schmidt (guitar)
Chris Efthimiadis (drums)
Spiros Efthimiadis (guitar)
Sven Fischer (guitar)

IN PRINCIPIO C'ERANO GLI AVENGER

Le origini di questa grandiosa e sottovalutata band tedesca risalgono a metà degli anni '80, quando troviamo il giovane cantante e bassista Peter Wagner, da sempre conosciuto col soprannome di Peavy, nella band Avenger, che sforna nel 1984 lo sconosciuto e introvabile album Prayers of Steel, a cui segue l'EP Depraved to Black che contiene due nuove canzoni e due live... queste due uscite sono caratterizzate dall'entusiasmo giovanile e dall'inevitabile inesperienza, ma comunque compongono un debutto di tutto rispetto.

L'INIZIO DI UN REGNO DI PAURA

E' del 1986 il primo album dei Rage veri e propri, costretti al cambio di nome per via di un'altra band che si chiama Avenger; l'album si chiama Reign of Fear e vede Peavy accompagnato da Jochen Schroder e Thomas "Guiness" Gruning alle chitarre, e da un certo Jorg Michael alla batteria... l'album è decisamente grezzo ma comunque apprezzabile, e sulla stessa scia è il successivo Execution Guaranteed (con una copertina veramente orribile, tuttavia), in cui viene portato avanti il discorso iniziato con Reign of Fear (Guiness però ha nel frattempo lasciato il gruppo, e il suo posto è stato preso da Rudi Graff). Comunque dopo quest'album le cose non vanno tanto bene... uno dopo l'altro tutti i membri dei Rage se ne vanno lasciando Peavy da solo (da qui Jorg Michael inizierà poi il suo girovagare per mezzo mondo metallico -e forse anche più di mezzo! happy.gif- prima di piantare la tenda in casa Stratovarius), che non demorde e va avanti per la sua strada, reclutando alla batteria Chris Efthimiadis, grandioso batterista di origini greche, e alla chitarra una delle future leggende della sei corde, ovvero Manni Schmidt.

TRE, IL NUMERO PERFETTO

Una seconda chitarra però non si trova, e alla fine, visto che Manni è un chitarrista più che completo, Peavy decide che d'ora in poi i Rage saranno un trio... un trio che inizia subito a fare faville! Perfect Man del 1988 rappresenta un deciso miglioramento per il gruppo (anche per il cantato di Peavy, che gracchiava e strillava non poco...), e la classe dei due nuovi arrivati si fa subito sentire. Non a caso una delle canzoni più famose dei Rage, ovvero Don't fear the winter, è contenuta in questo album... l'opera successiva degli infaticabili Rage (sfornano un album all'anno!) è Secrets in a Weird World, ovvero un ulteriore miglioramento...

Accanto a canzoni che purtroppo lasciano il tempo che trovano, notiamo pezzi pregevoli come il nuovo inno Invisible Horizons, Time waits for no one, Light into the darkness e la lunga e complessa Without a trace. Un'altra cosa che si nota in quest'album sono le linee vocali, estremamente alte e tirate... una cosa di cui Peavy probabilmente si sarà pentito in sede live! Sino a questo punto, la formazione a tre aveva brillantemente funzionato, ma con l'album successivo Peavy sente di dover aggiungere delle tastiere in sottofondo per dare più spessore alle canzoni, reclutando così come ospite il tastierista Ulli Kollner.

SPERIMENTAZIONI E RIFLESSI D'OMBRA

Il risultato è lo strabiliante Reflections of a Shadow, che esce nel 1991, e presenta un leggerissimo tocco progressive (come in canzoni come la splendida Flowers that Fade in My Hands), mischiato assieme alla furia iper-urlata (le linee vocali sono ancora più alte, anche se Peavy migliora le sue prestazioni album dopo album) di canzoni come Saddle the Wind, That's Human bondage o la title track brani più rilassati come Dust e Faith... un grande e variegato album, che però non viene capito e viene inspiegabilmente bollato come un album privo di mordente... e Peavy s'è evidentemente lasciato convincere visto che nessun pezzo di quest'album viene più suonato dal vivo! misteri della musica...

"INTRAPPOLATI" NEL GRUNGE? I RAGE NO!

Un album che invece mette tutti d'accordo è il successivo Trapped!, che vede la luce del 1992 (dopo che l'EP Extended Power era uscito come coda di Reflections of a Shadow, contenente tra l'altro un demenziale remake della prima canzone degli Avenger, Battlefield, fatta diventare BOTTLEfield). Trapped! non ha più la furia travolgente e giovanile degli album precedenti, ma presenta il maggior livello qualitativo delle canzoni sino a quel momento. Peavy ormai può essere considerato un valido cantante a tutti gli effetti, e anche se urla un pò di meno riesce ad essere del tutto coinvolgente in brani come Enough is enough o Solitary Man... solo due delle chicche che compongono questo ottimo disco.

Anche dopo questo album esce un EP, Beyond the Wall, che contiene solo canzoni nuove, dopodichè, siamo nel 1993, esce The Missing Link, ovvero l'album favorito di Peavy nonchè di molti fan. Prosieguo ma non copia dell'album precedente, The Missing Link presenta un livello di canzoni ulteriormente elevato (come ad esempio la splendida Lovercraftiana Lost in the Ice), anche se un piccolo discapito ne fa la potenza bruta che aveva caratterizzato le uscite dei Rage sino a Reflections of a Shadow. Il successo e la popolarità, nonchè la qualità degli album, sono in constante aumento quindi, ma ad essere in calo è l'entusiasmo di Manni Schmidt... infatti il grande chitarrista, che ha svolto un ruolo molto importante nell'ascesa dei Rage, ha ormai perso interesse nel portare avanti il suo ruolo, e quindi una separazione amichevole è l'unica soluzione che il gruppo vede prospettarsi.

...E QUINDI FURONO QUATTRO

Manni quindi lascia (per dedicarsi prevalentemente alla famiglia... sentirà il richiamo del metal nuovamente solo in tempi recenti, è infatti dell'anno scorso il suo ingresso nei Grave Digger con i quali ha debuttato su disco proprio in questi giorni) e, senza di lui e la sua ferma decisione di mantenere una sola chitarra nel gruppo, Peavy può finalmente scegliere due chitarristi... entrano così una persona a cui Peavy aveva già pensato, prima di sbattere contro il veto di Manni, ovvero Spiros Efthimiadis, fratello di Chris (nonchè esordiente assoluto nel mondo della musica), e Sven Fischer degli sconosciuti Pyracanda. Il rinnovo della line-up avviene tra l'altro a ridosso del primo decennale della carriera dei Rage, e quindi nel 1994 i Rage lo festeggiano con X - Ten Years in Rage, che non è il solito greatest hits, bensì un'idea molto più originale: l'album infatti (oltre a un paio di canzoni nuove scritte con la nuova formazione a quattro) consta di canzoni mai finite per gli album precedenti riarrangiate e portate a termine, un remake della title track dell'album degli Avenger, in cui TUTTI i membri passati fanno una loro apparizione come ositi, e un travolgente medley che unisce una canzone per album di tutte le opere precedenti dei Rage!

Ma questo non è che il preludio a quanto accadrà di lì a poco... Black in Mind esce nel 1995 ed è un'album talmente devastante e potente che rientra nella categoria di quegli album che è impossibile descrivere senza perdersi in tutti i sinonimi di capolavoro, magnificenza e potenza e via dicendo... il più pesante e distruttivo album dei Rage presenta 14 canzoni che sono 14 capolavori, impossibile citarne anche solo qualcuno!

SEMPRE PIU' IN ALTO, SEMPRE MEGLIO

Il livello qualitativo delle canzoni, nonchè la voce di Peavy, sono ormai a livelli stellari, ma i Rage dimostrano che non c'è limite alla loro creatività... e nell'anno successivo si uniscono ad un'orchestra, la Symphonic Orchestra Prague, e regalano ai fans il sorprendente Lingua Mortis, ovvero una sublime e pressochè perfetta fusione dei suoni orchestrali e delle canzoni dei Rage... il medley che ripropone cinque brani dei Rage in chiave orchestrale, e, anzi, la sola parte di Black in Mind vale da sola l'acquisto dell'album!! e i Rage non si fermano certo qui...


Entro la fine dell'anno riescono già a far uscire End of all Days, altro album esageratamente bello che ormai fa cadere ogni limite di classificazione di bellezza degli album, creatività o miglioramento!! Higher than the Sky, la potentissima Under Control, la sontuosa ballata Fading Hours, sono solo alcuni dei capolavori che riescono nell'impossibile, ovvero fare un album bello quanto il precedente Black in Mind!!

L'INIZIO DELL'ERA ORCHESTRALE

l'album successivo ripresenta un'approccio orchestrale alla stesura delle canzoni; coaudiovati dall'ottimo Christian Wolff, autore della magica alchemia di Lingua Mortis, il successivo album dei Rage si chiama XIII, esce nel 1998 ed è uno stupendo matrimonio tra il metal e l'orchestra, una livello qualitativo che nessuna band per me ha ancora raggiunto!! la vecchia potenza e aggressività dei Rage è decisamente messa in secondo piano, e questo fa storcere un pò il naso ai fan di vecchia data, ma non si può non gridare al miracolo di fronte a canzoni come Sign of Heaven, From the Cradle to the Grave o In Vain... e ancora una volta succede quello che era accaduto ai tempi di The Missing Link: ad un fortunatissimo momento nella carriera musicale non corrisponde un'equivalente armonia all'interno del gruppo.

IL TRADIMENTO

Gli altri membri, e soprattutto Spiros, si stanno infatti lamentando di una presunta mancata
collaborazione dei loro manager, insistono che devono gestirsi da solo e robe del genere... il mortorio va avanti sino alla fine del fortunato tour giapponese, quando si arriva a un punto in cui una decisione deve essere per forza presa. Peavy dichiara che nessuno è costretto a suonare nella band, e che gli altri se vogliono se ne possono andare... ma alla fine decidono di andare avanti, e Spiros, Sven e Chris assicurano che d'ora in poi smetteranno di lamentarsi per concentrarsi sulla lavorazione del nuovo album, che nuovamente sarà supportato da suoni orchestali. Una decisione che dura tanto, talmente tanto che proprio appena finita la lavorazione dell'album, durante la fase di missaggio, Spiros, Chris e Sven gettano la spugna, dicendo che "non è finanziariamente produttivo lavorare con Peavy", e abbandonano di punto in bianco il gruppo con un voltafaccia che è un vero e proprio tradimento.

IL RITORNO ALLA FORMAZIONE A TRE...

Al di là delle scuse futili che hanno addotto, il vero motivo è la perdita di interesse nel suonare metal... questi tre giuda insieme all'altro membro del complotto, ovvero Christian Wolff, che aveva sempre fatto un lavoro superbo con le sue sezioni orchestrali, si danno al loro gruppettino stravolgendo il loro passato musicale e anche il look, e nessuno ha sentito più parlare di loro, finora... ma torniamo al buon Peavy, che affronta con determinazione anche quest'altro momento difficile, e che invece di sciogliere i Rage decide di trovare nuovi membri con cui finire l'album. Dopo una breve ricerca vengono invitati ad un'audizione il chitarrista Victor Smolski e il batterista Mike Terrana, altro vagabondo delle pelli, e la magia si verifica di nuovo! I due entrano subito in sintonia con Peavy e, come per Manni, visto che Victor è così dotato di talento si decide ad un ritorno della formazione a tre per i Rage. L'album travagliato che alla fine vede la luce si chiama Ghosts, è stato parzialmente risuonato da Smolski (mentre per problemi di tempi e di costi sono state dovute mantenere le registrazioni di Chris e parte delle chitarre), e stavolta dell'orchestra ha solo i suoni campionati, invece di strumenti veri.

...E IL RITORNO AL METALLO PESANTE!

Nonostante il livello qualitativo delle canzoni sia enormemente alto, i fan a cui mancava la vecchia aggressività dei Rage e che hanno storto il naso davanti a XIII, hanno ulteriori problemi ad accettare questo disco... la tourneè che segue va già meglio, e sull'onda della confidenza i nuovi Rage si chiudono nello studio e ne escono all'inizio del 2001 con Welcome to the Other Side, ovvero l'album della rinascita! La componente orchestrale è ancora presente ma è definitivamente in background, lo stile grintoso e moderno di Victor brilla in metà delle canzoni dell'album, e ovviamente Peavy fa la parte del leone sfoderano canzoni veloci come No Lies, The Mirror in your Eyes, e brani più sperimentali, conditi con un leggero tocco progressive, come Paint the devil on the wall o Straight to hell.

L'UNITA' ODIERNA

Il tour che segue rilancia nuovamente i Rage ai vertici, e sull'onda di questo entusiasmo il trio Wagner/Smolski/Terrana registra in poco tempo l'album Unity, donato al popolo metal nel Maggio 2002. Molto più pesante, diretto e compatto di Welcome to the Other Side, l'album segna il definitivo ritorno all'heavy metal più duro, e tutti i fan ne vanno subito matti. Il tour che ne segue, svolto da co-headliner insieme ai Primal Fear è un successo, e sull'onda dell'entusiasmo i Rage si mettono subito a scrivere il nuovo e per ora ultimo album, Soundchaser, un concept di ispirazione lovercraftiana sulla loro mascotte, uscito da poco tempo. Questa band pare proprio infaticabile ed è confortante sapere che là fuori c'è ancora e ci sarà per molto tempo la visione musicale di uno dei veri e propri dei del metallo, Peavy Wagner, che ci ha sempre deliziato con ottima musica.
 
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